Sabato 22 aprile 2023
GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA
Basterebbe prevenire lo spreco del cibo per migliorare la salute della Terra: Waste Watcher ha calcolato quanti ettari sprechiamo ogni anno coltivando il cibo che non arriva sulle nostre tavole …Lo spreco alimentare domestico in Italia fa perdere 1,508 milioni di ha all’anno di produzione, quanto l’intera area agricola di Emilia-Romagna e Veneto messe insieme.
La celebriamo da 53 anni, la prima Giornata Mondiale della Terra fu indetta il 22 aprile 1970. Da allora il nostro pianeta, purtroppo, non ha migliorato il suo stato di salute. Anzi. Ma non c’è un’altra Terra e per questo in occasione della 53esima Giornata mondiale della Terra, in calendario sabato 22 aprile, il messaggio è chiaro e in linea con quello dell’anno scorso: «Invest in our Planet» (investi nel nostro Pianeta). Un appuntamento che si prefigge di chiamare tutti – governi, imprese, cittadini – ad investire nel nostro Pianeta e nelle generazioni future. I dati evidenziano che il cambiamento climatico danneggia sempre più profondamente anche le economie: aggrava la povertà, sottraendo ricchezza e prospettive di lavoro.
La Superficie Agricola Utilizzata (SAU), cioè la superficie effettiva su cui si producono alimenti, in Italia è diminuita del 28% (Coldiretti 2021). La perdita di terreni coltivati determina direttamente ed indirettamente ad un deterioramento degli ecosistemi, che porta a innumerevoli dissesti a livello ambientale e sociale, un arretramento dei livelli di investimenti in agricoltura, una contrazione dei posti di lavoro e una seria e preoccupante riduzione della quantità di alimenti prodotti, considerando che il 28% di SAU in meno significa anche 400 milioni di kg in meno di produzione.
In quest’ottica, Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability ha voluto indagare quanti terreni coltivabili stessero producendo rifiuti alimentari domestici. In Italia, gli ettari in cui si producono alimenti che finiscono nell’immondizia dei consumatori, cioè quelli su cui si producono quei 524,1 g di alimenti sprecati pro capite, come evidenziato nell’ultimo report Waste Watcher International, sono circa 1,508 milioni, che corrispondono alla superficie agricola utilizzata di Emilia-Romagna e Veneto messe insieme. Sostanzialmente, è come se le intere zone di produzione dell’Emilia-Romagna e Veneto (1,529 milioni di ha) producessero cibo destinato a non essere mai consumato.
È quindi importante, in occasione della Giornata della Terra, ricordare che per investire nel nostro pianeta senza sfruttare e rendere piano piano improduttivi i terreni l’attenzione va posta alla prevenzione dello spreco alimentare domestico, che ha impatti negativi anche sulla perdita di terreni coltivabili.
Con la popolazione mondiale che dovrebbe arrivare a quasi 10 miliardi nel 2050, come stima l’ONU, la perdita di terreni coltivabili è una prospettiva preoccupante e, se determinata dallo spreco alimentare domestico, anche immorale.
Waste Watcher International sottolinea il claim dell’Earthday.org per la Giornata della Terra 2023: “Invest in Our Planet”, investire tutte le risorse possibili per raggiungere il prima possibile ognuno dei 17 SDGs dell’Agenda 2030 e quindi anche il target 12.3, cioè quello che pone l’obiettivo di ridurre del 50% gli sprechi alimentari, con innumerevoli risvolti positivi per l’intera popolazione mondiale, come la riduzione della perdita di terreni che saranno sempre più indispensabili con l’avanzamento dei cambiamenti climatici e l’aumento della popolazione. In definitiva, quindi, Waste Watcher International chiede di investire sull’educazione alimentare come “Investimento sul nostro Pianeta”, velocizzando la marcia verso il raggiungimento degli SDGs dell’Agenda 2030.
Nota metodologica
Per arrivare alla SAU “sprecata” con lo spreco alimentare domestica si è partiti utilizzando il dato ISTAT sulla SAU totale italiana, 12,8 milioni di ha; poi si è usata la percentuale di spreco su tutta la filiera della FAO, 31%, a questo punto si è usato il dato WWI sulla percentuale in peso dello spreco alimentare domestico in Italia, 38%. Si è quindi calcolato la percentuale di terreni che sono connessi allo spreco alimentare domestico con i dati sullo spreco sopracitati (FAO e WWI), arrivando al risultato di 1,508 milioni di ha e si è paragonato alle SAU (dati ISTAT) di due delle più grandi regioni produttive d’Italia (Emilia-Romagna e Veneto), 1,529 milioni di ha.
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