Come la prevenzione degli sprechi alimentari può aiutare l’ambiente e migliorare il nostro futuro sulla Terra.
Desertificazione significa anche e innanzitutto un drastico calo nella disponibilità annua di risorsa idrica: in Italia il minimo storico si è toccato finora nel 2022, con valori di temperature sopra la media che hanno aumentato la quota di evapotraspirazione e con la grave e persistente siccità che interessa molte aree del Paese. Il 2022 è stato il sesto anno più siccitoso in Italia dal 1952 per la percentuale di territorio nazionale coinvolto. Il rapporto “Il caso Italia” dell’Osservatorio Waste Watcher International di Last Minute Market/Spreco Zero, su monitoraggio Ipsos/Università di Bologna, ci ricorda che sprechiamo pro capite 2,447 kg ogni mese (circa 30 kg di cibo all’anno), al costo di 290 € annui a famiglia, quindi oltre 7 miliardi e mezzo a livello nazionale per il cibo gettato nelle case (1 punto PIL) e 13,5 miliardi nell’impatto sull’intera filiera agroalimentare italiana. L’impronta idrica del solo spreco alimentare domestico in Italia incide per 151,469 miliardi di litri d’acqua, una rappresentazione in bottiglie d’acqua da mezzo litro – proprio come proposto nell’app Sprecometro – metterebbe in fila ben 302,938 miliardi di bottiglie, che equivalgono a oltre 4 volte il giro del nostro pianeta.
Nella Giornata mondiale dell’Ambiente, impossibile non considerare che il 10% delle emissioni di gas serra a livello globale può essere attribuito agli sprechi alimentari: e anche su questo piano l’Osservatorio Waste Watcher International ha sentito la voce dei cittadini: più di 7 intervistati su 10 (il 74%) è consapevole dell’impatto che il cibo ha sull’ambiente e ne tiene conto per le sue scelte di acquisto. Sei intervistati su 10 (60%) ritengono che gli allevamenti intensivi possano avere un impatto rilevante sull’ambiente, per questo cercano di “privilegiare prodotti di derivazione vegetale”, da inserire nella propria dieta. E ben 8 cittadini su 10 (l’82%) ritengono che si possa contribuire al contrasto dello spreco alimentare facendo conoscere ai cittadini i danni che questo spreco produce sull’ambiente, l’88% dei cittadini chiede di puntare sull’educazione alimentare nelle scuole. Una consapevolezza che si riverbera nelle abitudini di acquisto: aumentano del 31% i consumatori che dichiarano di orientarsi sempre più spesso verso l’acquisto di legumi e altri derivati vegetali al posto della carne e dei derivati animali e aumenta del 28% l’attenzione dei consumatori alla sostenibilità del cibo che si acquista ogni giorno.