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Meno spreco, meno emissioni di gas serra

Sprecometro è in grado di valutare l’impatto Esg e l’impronta del sistema agroalimentare. Un piccolo ma significativo sostegno all’ambiente e un risparmio notevole sul fronte dei costi.

di Beatrice Ghedini

Ogni giorno sprechiamo cibo senza nemmeno rendercene conto. Una mela ammaccata, una confezione scaduta, un piatto lasciato a metà. Eppure, dietro ogni scarto c’è un impatto enorme: risorse consumate inutilmente, emissioni di gas serra, terreni sfruttati e un mondo che si impoverisce. Sprecometro nasce proprio per questo: monitorare, educare e agire. Per scuole, aziende, comuni e cittadini.

Un’azione concreta  

Circa un terzo del cibo prodotto nel mondo finisce nella spazzatura. Un paradosso inaccettabile, considerando che milioni di persone soffrono la fame. Per affrontarlo, Sprecometro agisce su più fronti: sensibilizza nelle scuole, fornisce strumenti alle aziende e supporta i singoli cittadini. Perché ridurre lo spreco significa anche educare alla consapevolezza, all’importanza delle risorse, alla necessità di un sistema alimentare più equo e sostenibile.

Un obiettivo globale: l’Agenda 2030 

L’Onu ha posto una sfida ambiziosa: dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030 (Obiettivo 12.3). Sprecometro raccoglie questa sfida e la traduce in azioni concrete. Ma non si ferma qui. Il suo impatto tocca molti altri obiettivi cruciali dell’Agenda 2030: 

  • Obiettivo 2.3: migliorare la produttività agricola e i redditi dei piccoli produttori, riducendo lo spreco e ottimizzando la filiera. 
  • Obiettivo 4.7: educare alla sostenibilità, formando cittadini consapevoli. 
  • Obiettivo 11.6: ridurre l’impatto ambientale delle città attraverso una gestione più efficiente dei rifiuti. 
  • Obiettivo 12.5: prevenire, ridurre, riciclare e riutilizzare, per dare nuova vita alle risorse. 
  • Obiettivi 13.1 e 13.3: rafforzare la resilienza climatica e sensibilizzare sul cambiamento climatico. 
  • Obiettivo 15.5: proteggere la biodiversità, contrastando la distruzione degli ecosistemi.

Sprecometro e la sostenibilità ambientale: l’impatto ESG 

Lo spreco alimentare è responsabile di circa il 10% delle emissioni globali di gas serra. Ridurre lo spreco significa ridurre l’impronta dell’intero sistema agroalimentare, limitando produzione, trasporti e rifiuti in discarica. Significa anche risparmiare acqua: nel 2024, lo spreco alimentare domestico ha comportato una perdita di 2.391,3 miliardi di litri d’acqua. E il suolo? Quasi 1,8 milioni di ettari vengono sfruttati inutilmente in Italia per produrre cibo che non verrà mai consumato.

Una questione sociale ed economica 

Sprecare cibo non è solo un problema ambientale, ma anche un costo enorme. In Italia, lo spreco alimentare vale oltre 14 miliardi di euro l’anno. 

Educare alla riduzione dello spreco alimentare significa promuovere una cultura del consumo responsabile, traducendo la consapevolezza in un risparmio economico e in un beneficio collettivo.

Governance e responsabilità: il ruolo delle aziende 

Le attività di Sprecometro promuovono buone pratiche, informazioni scientifiche, dati e consigli utili per prevenire lo spreco. Attraverso la sensibilizzazione e la formazione le aziende dimostrano un impegno concreto e tangibile nella tutela dell’ambiente e nella promozione di uno sviluppo sostenibile. 

Ridurre lo spreco alimentare non è solo una scelta etica, ma una necessità per il pianeta, per l’economia e per le generazioni future. Sprecometro offre strumenti di monitoraggio, formazione e strategie di prevenzione che incoraggiano le persone a essere più consapevoli e a fare scelte più sostenibili, riducendo l’impatto ambientale e valorizzando le risorse in modo più efficiente.

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