UN PATTO PER RECUPERARE I PRODOTTI INVENDUTI E LO SPRECO

LO HANNO
SIGLATO STAMANE ALLA CAMERA LAST MINUTE MARKET, CONFESERCENTI E FEDERCONSUMATORI. PARTIRA’ DALL’EMILIA ROMAGNA NEL GENNAIO 2017

 

ROMA – Un patto di collaborazione per favorire la donazione di cibo, valorizzare le eccedenze, il ruolo degli esercizi di vicinato e rafforzare la solidarietà. E recuperare dai negozi tradizionali e pubblici esercizi oltre 1,2 miliardi di euro di prodotti alimentari invenduti, destinati a diventare spreco e che invece possono ancora avere uso.

E’ questo l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato da Confesercenti, Last Minute Market e Federconsumatori per la lotta agli sprechi, a poco più di tre mesi dall’approvazione definitiva della legge apposita, presentato alla Camera alla presenza dell’Onorevole  Maria Chiara Gadda, relatrice della Legge 166 del 19 agosto 2016 su “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”. Al dibattito hanno partecipato anche il Segretario Generale di Confesercenti Mauro Bussoni, il Fondatore di Last Minute Market prof. Andrea Segrè, il Presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti.

Il progetto, che prenderà il via sperimentalmente il prossimo gennaio in Emilia Romagna, prevede infatti un piano in tre fasi di recupero delle eccedenze: una piattaforma web (web app) gratuita e aperta a tutti che permetta ai negozi, gratuitamente, in alcune giornate e in determinate fasce orarie, di offrire con sconti i prodotti deperibili ai consumatori, che potranno approfittarne con facilità, diminuendo così la quota totale di invenduto; un accordo con Last Minute Market per la redistribuzione delle eccedenze tra le associazioni di solidarietà del territorio. Ed infine l’elaborazione di un doppio piano informativo: Best Practices per gli imprenditori e un decalogo per i consumatori per evitare lo spreco a casa e fuori.

Possibilità di recupero nella distribuzione commerciale.

Complessivamente, il settore della distribuzione commerciale, esclusa quindi la ristorazione ed il servizio bar, produce ogni anno eccedenze alimentari invendute per un valore di circa 1.450.000 euro. Di questi, circa 518 milioni di euro sono accreditabili agli oltre 95mila negozi della distribuzione alimentare attualmente attivi in Italia. A questi andrebbero sommati anche i circa 700 milioni di euro in beni alimentari recuperabili attraverso il protocollo dai 201.400 ristoranti italiani.

In totale, dunque, ci sarebbe 1 miliardo e 218 milioni di euro di eccedenze alimentari prodotte dalle Pmi del commercio e della ristorazione che con il progetto di ‘spreco zero’ messo in campo da Confesercenti, Last Minute Market e Federconsumatori potrebbe completamente essere recuperato.

Stime del possibile recupero per tipologia di esercizio commerciale di vicinato* e della ristorazione

Tipologia di esercizio

Numero di esercizi del commercio alimentare in Italia Valore delle eccedenze recuperabili (milioni di euro)
Frutta e verdura 18.764                            74
Carni e prodotti a base di carne 29.359                          151
Pesci, crostacei e molluschi 7.184                            36
Pane, torte, dolciumi, e confetteria 8.559                            48
Altro commercio dettaglio alimentare 31.247                          209
Ristorazione 201.400                           700
TOTALE                 296.513                          1.218

Fonte: elaborazione Ufficio Economico Confesercenti su dati Last Minute Market e Survey tra le imprese associate *esclusa Grande distribuzione organizzata

Ogni anno quasi 16 miliardi di cibo commestibile (dati dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/SWG), praticamente l’uno per cento del prodotto interno lordo, viene buttato via. Con un danno che non è solo ascrivibile allo spreco ma che va ad aumentare, inevitabilmente, la mole dei rifiuti. Tra il 2010 e il 2016 i negozi di frutta, i bar e i ristoranti hanno subito un aumento della tariffa per l’asporto dei rifiuti oscillante tra il 30 e il 50 per cento.

Confesercenti e Last Minute Market – società spin-off dell’Università di Bologna che sviluppa progetti territoriali volti al recupero dei beni invenduti (o non commercializzabili) e dal 2010 promuove la campagna europea di sensibilizzazione Spreco Zero – hanno stretto un protocollo d’intesa che si propone di attivare le sinergie necessarie, anche con il coinvolgimento dei cittadini consumatori, tramite Federconsumatori, per sviluppare iniziative condivise e comunicazioni mirate a favorire, appunto, la donazione di cibo, contrastare l’inutilizzo di risorse alimentari e rafforzare la solidarietà.

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“L’Italia – spiega l’onorevole Maria Chiara Gadda – è il primo paese europeo a dotarsi di una normativa organica in materia di recupero delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale. Il provvedimento ha lo scopo di agevolare ed incentivare la donazione di prodotti, sicuri dal punto di vista igienico sanitario e perfettamente consumabili, che rischiano altrimenti di diventare spreco. Ma la legge è solo uno strumento. Per raggiungere questi importanti obiettivi – conclude – è necessaria una forte sinergia tra tutti gli attori coinvolti: imprese, associazioni di volontariato, così come istituzioni ed enti territoriali. Per questo, accordi come quello firmato tra Confesercenti, Last Minute Market e Federconsumatori sono importanti; perché aiutano a dare concreta attuazione alla legge”.

“Questa è un’iniziativa in cui crediamo molto – dichiara Mauro Bussoni, Segretario Generale di Confesercenti – per diversi motivi: in primis perché ci permette di partecipare alla lotta allo spreco e di alimentare il circuito della solidarietà, temi molto cari agli imprenditori associati a Confesercenti. Ma anche perché con questo accordo vogliamo riportare agli occhi del pubblico il valore sociale degli esercizi di vicinato, che hanno subito in questi anni una lunga crisi, ma che rimangono ancora presidi importantissimi non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello sociale”.

 “In una società come quella italiana – aggiunge Rosario Trefiletti, Presidenete di Federconsumatori, che vede crescere la povertà soprattutto tra i minori, assistere ad uno spreco alimentare così imponente risulta inammissibile sul piano etico, ancora prima che su quello economico. Per questo deve essere una priorità del Governo e di tutti gli operatori del settore fare in modo che non si parli più di spreco, bensì di risorse redistribuite nel circuito della solidarietà.”

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“A due mesi dall’entrata in vigore della normativa italiana antispreco, centinaia di pubbliche amministrazioni si stanno attivando per inserirsi a pieno titolo nel circolo virtuoso di recupero e prevenzione innescato dalla legge – spiega Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market e presidente del Comitato tecnico-scientifico del Ministero dell’Ambiente, preposto a varare il Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti e degli sprechi – Contiamo di avviare a breve un coordinamento nazionale dei Comuni attraverso l’Anci, e di coinvolgere le amministrazioni quali parti attive del Protocollo oggi sottoscritto da Last Minute Market insieme a Confesercenti e  Federconsumatori. Un ‘patto’ contro lo spreco alimentare in Italia che copre però 1/4 circa del recupero potenziale: perché lo spreco domestico rappresenta il 75% circa dello spreco di cibo complessivo, che in Italia vale oggi l’1% del Pil italiano e sfiora i 16 miliardi annui. Per un costo di circa 30 euro mensili a famiglia (dati Waste Watcher su stima 24 milioni famiglie). Dobbiamo esserne tutti consapevoli e portare le buone pratiche anche nella nostra cucina e nelle abitudini quotidiane di acquisto”.

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