WORLD FOOD DAY 2016: DOMENICA 16 OTTOBRE E’ LA GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE. DALL’OSSERVATORIO WASTE WATCHER (LAST MINUTE MARKET / SWG) ARRIVANO I DATI SULLO SPRECO IN ITALIA.

VALE POCO MENO DI 16 MILIARDI € OGNI ANNO IL CIBO CHE SI PERDE NELLA FILIERA ALIMENTARE O SI BUTTA DENTRO CASA. E LO SPRECO ALIMENTARE DOMESTICO VALE L’1% DEL PIL ITALIANO: QUELLO PERCEPITO VALE 8 MILIARDI, QUELLO REALE IL 50% IN PIU’, 12 MILIARDI PER 600 GRAMMI ALLA SETTIMANA DI CIBO SPRECATO, PARI A UN COSTO, A FAMIGLIA, DI 30 € AL MESE.  DA NOVEMBRE 2016 CON IL PROGETTO REDUCE E WASTE WATCHER I ‘DIARI DI FAMIGLIA’: PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA SI ANDRA’ A MISURARE LO SPRECO REALE  E NON SOLO QUELLO PERCEPITO.
INTANTO NELL’INDAGINE AVVIATA DAL PROGETTO REDUCE (RICERCA EDUCAZIONE COMUNICAZIONE, UN APPROCCIO INTEGRATO PER LA LOTTA AGLI SPRECHI ALIMENTARI) GLI  OCCHI SONO PUNTATI SULLE MENSE SCOLASTICHE: EMERGE CHE VA SPRECATO FRA IL 20 E IL 50% DEL CIBO PREPARATO, A SECONDA DEI MENÙ. RISO ALLA ZUCCA, BIETOLE E RADICCHIO SONO GLI ALIMENTI IN ASSOLUTO MENO GRADITI (QUI GLI SPRECHI SUPERANO IL 60%): I BAMBINI IN CASA NON SONO ABITUATI A MANGIARE VERDURA. MA SALE LA PERCENTUALE DEI GENITORI CHE INSEGNA A NON SPRECARE AI FIGLI: E’ LA PRIORITA’ PER IL 78% (PIU’ 16% RISPETTO AL 2015).           SABATO 15 OTTOBRE, IN PIAZZA MAGGIORE A BOLOGNA, LA CAMPAGNA SPRECO ZERO DI LAST MINUTE MARKET PARTECIPERA’ A “IN THE NAME OF AFRICA”, IL GRANDE EVENTO URBANO DI PIXEL ART PROMOSSO DA CEFA ONLUS PER SENSIBILIZZARE CITTADINI, AMMINISTRATORI E OPERATORI SULLE CONNESSIONI FRA SPRECHI E MALNUTRIZIONE NEL MONDO E IN PARTICOLARE IN AFRICA.

BOLOGNA –  Quanto costa agli italiani lo spreco alimentare? A ridosso del World Food Day, la Giornata Mondiale dell’Alimentazione che si celebra domenica 16 ottobre in tutto il mondo, arrivano i dati aggiornati dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market / Swg che per la campagna Spreco Zero 2016 hanno riunito i monitoraggi sulle perdite e spreco del cibo nella filiera (agricoltura, industria, distribuzione) sommandoli allo spreco alimentare domestico, la vera voragine degli sprechi alimentari in Italia e nel mondo.  Dalla dispensa di casa al frigorifero, dai fornelli al bidone della spazzatura domestico vale complessivamente 8 miliardi di euro all’anno, ovvero ca 30 euro mensili a famiglia per 600 grammi circa di cibo sprecato.
Complessivamente lo spreco di cibo costa pero’ il doppio, ogni anno, agli italiani: innanzitutto perché lo spreco domestico dichiarato nei sondaggi è quello percepito, non quello reale che secondo i primi test dei ‘Diari di famiglia’ Waste Watcher vale almeno il 50% in più, ovvero 12 miliardi ca. A questa cifra vanno poi sommate la perdita in campo (ca 1 miliardo e 25 milioni), gli sprechi nell’industria (ca 1 miliardo e 160 milioni) e nella distribuzione (ca 1 miliardo e 430 milioni). Si arriva così al valore di 15 miliardi e 615 milioni di spreco alimentare annuo in Italia (elaborazione Distal Università di Bologna e Last Minute Market su dati Borsa Merci Bologna.
Spiega il fondatore di Last Minute Market Andrea Segre’, presidente del Comitato tecnico-scientifico Programma nazionale di Prevenzione rifiuti/sprechi (Min. Ambiente) che «i risultati di queste ultime stagioni spese per la sensibilizzazione di cittadini e amministratori sul tema dello spreco alimentare si sono tradotti nella nuova normativa antispreco ma anche in una maggiore consapevolezza dei consumatori. Un’attenzione che vogliamo innanzitutto tramandare ai nostri figli: insegnare a non sprecare è un atteggiamento educativo passato in un anno dal 62% al 78% degli italiani, indice del desiderio di raccomandare l’attenzione agli sprechi come un bagaglio ‘culturale’ per le prossime generazioni. Ma le criticità sono ancora tante, e resistenti: cresce la percezione che lo spreco domestico è un serbatoio enorme di spreco (dal 15% 2015 al 24% del 2016) ma solo 1 italiano su 4 riconosce nello spreco domestico la vera voragine degli sprechi in Italia, laddove le ‘colpe’ sono date frettolosamente alla distribuzione, alla ristorazione o alla filiera. Rispetto alla nuova legge va sottolineato che non prevede strumenti precisi di monitoraggio dello spreco: anche per questo da novembre partirà il primo monitoraggio scientifico dei nostri Diari di famiglia Waste Watcher, misurazioni scientifiche realizzate con Università di Bologna ed Swg per misurare lo spreco reale e non solo quello percepito, attraverso annotazioni dettagliatissime di gruppi di famiglie in tutta Italia, con valenza statistica. E anche attraverso il ‘waste sorting’, ovvero il controllo incrociato fra quanto scrivono e quanto gettano nella loro spazzatura.  Sarà una grande svolta per l’accertamento dello spreco nel nostro Paese, anche come esempio per altri Paesi europei».
Studiare le cause e i comportamenti familiari è il primo passo per garantire policies adeguate di prevenzione dello spreco è l’obiettivo dell’Osservatorio Waste Watcher  di Last Minute Market / Swg, così come del progetto Reduce – Ricerca EDUcazione ComunicazionE, un approccio integrato per la lotta agli sprechi alimentari. Il progetto, promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare a cura dell’Università di Bologna – Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari, si occuperà di dare concretezza statistica e scientifica ai monitoraggi dei Diari attraverso la collaborazione di centinaia di famiglie di tutta Italia che per una settimana annoteranno dettagliatamente quantità e tipologia del cibo buttato, sottoponendo poi la loro spazzatura a un controllo incrociato per “certificare” lo spreco prodotto. L’indagine, realizzata con l’Osservatorio Waste Watcher, partirà nel mese di novembre, mentre è già operativa la ricerca sulla ristorazione nelle mense scolastiche, dove si stima che vada sprecato fra il 20 e il 50% del cibo preparato, a seconda dei menù. Riso alla zucca, bietole e radicchio sono gli alimenti in assoluto meno graditi (qui gli sprechi superano il 60%): «questo perché – spiega il docente Luca Falasconi, responsabile scientifico di Reduce – i bambini a casa non sono abituati a mangiare verdura o alimenti come la zucca e le bietole, quindi a scuola accolgono con disorientamento questi cibi. A dimostrazione dell’importanza di avviare nel Paese una capillare campagna di educazione alimentare». Ma intanto sale la percentuale dei genitori che insegna a non sprecare ai figli: e’ questa la priorita’ per il 78% degli intervistati Waste Watcher (piu’ 16% rispetto al 2015).:

Sabato 15 ottobre, in Piazza Maggiore a Bologna, la campagna Spreco Zero di Last Minute Market parteciperà a “In the name of Africa”, la grande iniziativa di pixel art promossa da Cefa onlus per sensibilizzare contro sprechi e malnutrizione, evidenziando la connessione fra le due epocali questioni.  Sulla terra 795 milioni di persone non ha abbastanza cibo, si tratta di una persona su 9. Quasi un milione di bambini in Africa soffre di malnutrizione grave: la loro sopravvivenza è ancora appesa a un filo, condizionata dall’accesso e disponibilità di cibo. Intanto ogni anno circa un terzo della produzione mondiale di cibo destinata al consumo umano si perde o si spreca lungo la filiera alimentare (dati FAO): parliamo di circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo ancora edibile che trasformiamo in rifiuto. Per questo “In the name of Africa”, nella sua edizione 2016 incontra la campagna europea di sensibilizzazione “Spreco zero”. Appuntamento dalle 9: piazza Maggiore sarà “apparecchiata” con 10mila piatti vuoti, bianchi e blu, a simboleggiare fame e malnutrizione: 10mila piatti vuoti che  formeranno la scritta Spreco Zero e poi l’immagine dell’Africa. Ogni spettatore sarà invitato a riempire un piatto vuoto e a dare il suo contributo prezioso (7 euro) per vincere la fame.

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