Sprecone, disattento, attento o parsimonioso: qual è il tuo profilo?
Con tre domande e cinque minuti di tempo lo Sprecometro misura quanto cibo sprechiamo all’interno delle nostre mura domestiche.
di Beatrice Ghedini e Giorgio Segrè
In Italia vivono oltre 60 milioni di persone, molto diverse fra di loro per genere, età, lavoro ecc. C’è tuttavia una cosa che le accomuna: tutte mangiano, anche se in modo assai diverso. Dagli omogeneizzati alle colazioni veloci, dalle pizze d’asporto alle cene in famiglia o ai pranzi con i piatti della tradizione. Considerando una media di tre pasti al giorno, possiamo stimare che nel nostro Paese si consumano quotidianamente all’incirca 180 milioni di pasti: una montagna di alimenti. E anche una montagna di soldi e di rifiuti. Ma nei rifiuti, molto spesso senza accorgersene, finisce anche del cibo ancora buono da mangiare. Un vero e proprio spreco, secondo la definizione comune: sprecare significa gettare via qualcosa che è ancora buono da mangiare o da bere. Lo spreco alimentare causa costanti problemi alla società: secondo il nostro Osservatorio solo nel 2024 l’Italia ha perso 13,155 miliardi di euro a causa dello spreco alimentare lungo tutta la filiera. Insomma è come se buttassimo, ogni anno, più di 4mila Ferrari nel pattume.
L’Agenda ONU 2030 al punto 3 dell’obiettivo 12 degli SDG’s sottolinea la necessità di costruire un sistema alimentare sostenibile e resiliente, e cita esplicitamente come obiettivo lo spreco alimentare e la sua riduzione del 50% entro il 2030. Questa è una sfida da vincere tutti assieme. Una sfida dove ognuno può dare un suo contributo fattivo tenendo conto che l’alimentazione soddisfa un bisogno primario, ha un impatto sulla salute, sull’ambiente e sull’economia.
Se l’obiettivo è chiaro, ciò che non viene fornito è lo strumento che ci può permettere di capire se e quanto il nostro comportamento alimentare e il nostro sforzo vadano nella direzione giusta.
La risposta ci viene data dallo Sprecometro, che in sole 3 domande e 5 minuti di tempo misura quanto cibo sprechiamo all’interno delle nostre mura domestiche e attraverso un diario compilabile quotidianamente, ci permette di tenerlo costantemente aggiornato e sotto controllo.
Lo Sprecometro ci fa capire non solo quali alimenti sprechiamo ma anche il perché li gettiamo via ancora buoni da mangiare. È uno strumento che genera consapevolezza e conoscenze utili a indirizzare le scelte individuali in merito all’uso sostenibile delle risorse naturali, alla riduzione e prevenzione dello spreco alimentare domestico e fuori casa e all’adozione di diete sane e sostenibili.
Per ognuno di noi lo Sprecometro definisce, alla fine della rilevazione, un identikit preciso: Sprecone, Disattento, Attento, Parsimonioso, fornendo poi una serie di strumenti, video, schede, quiz, che ci aiuteranno concretamente a ridurre lo spreco alimentare domestico e ad adottare diete sane. Ogni mese potremo dunque misurare il nostro livello di spreco e confrontarci con tanti altri che come noi si pongono lo stesso obiettivo. Siccome la Sfida globale è ridurre della metà lo spreco alimentare, la vittoria finale dipende dal numero di partecipanti: tanto maggiore è la Comunità, tanto più importanti saranno i risultati.
In meno di due minuti impari ad usare l’app più utile del secolo, diciamo almeno per il 2030: perché quello sarà l’anno dove il mondo dovrà aver dimezzato lo spreco alimentare. Ma se vuoi raggiungere questo obiettivo, che poi è nell’Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile, dovrai pure misurare i tuoi progressi e capire dove sbagli: perché nessuno butta via del cibo apposta, spesso è un nostro errore. Ecco, lo Sprecometro serve anche a questo. Se poi ci fa risparmiare tanti euro, di questi tempi è ancora meglio!