18 giugno, giornata mondiale della gastronomia sostenibile.
Istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 21 dicembre 2016 e celebrata annualmente rappresenta un’opportunità per riflettere su come le nostre scelte alimentari possano influenzare positivamente ambiente, società ed economia.
Una delle principali sfide globali che l’umanità dovrà affrontare nei prossimi decenni è l’accesso al cibo e la sostenibilità ambientale della produzione e dei consumi alimentari.
È infatti sempre più evidente che il benessere e lo sviluppo sono intrinsecamente legati alla disponibilità di risorse naturali (acqua, materie prime, energia, suolo fertile), e alla capacità del pianeta di contenere l’impatto di tutti i componenti della filiera alimentare: dalla produzione, alla trasformazione, dalla distribuzione, alla commercializzazione, fino al consumo.
La Giornata della Gastronomia Sostenibile, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 21 dicembre 2016 e celebrata ogni anno il 18 giugno, assume un ruolo fondamentale in questo contesto. Questa giornata rappresenta un’opportunità per riflettere su come le nostre scelte alimentari possano influenzare positivamente l’ambiente, la società e l’economia, contribuendo a costruire un futuro più sostenibile per tutti, incoraggiando pratiche che sostengano la produzione e il consumo sostenibile di alimenti. L’obiettivo è quello di ridurre lo spreco e l’impatto ambientale, cercando di rafforzare il legame tra consumatori e produttori locali, promuovendo filiere corte e l’uso di ingredienti di stagione ed incoraggiare l’uso completo degli alimenti.
Utilizzare appieno gli alimenti disponibili non solo rappresenta una risposta concreta alla lotta contro lo spreco alimentare, ma contribuisce anche a creare un sistema alimentare più equo e sostenibile.
Promuovere una cucina a zero sprechi non solo aiuta a risparmiare denaro, ma offre anche significativi benefici ambientali. Infatti, la produzione alimentare richiede una quantità considerevole di risorse naturali, tra cui acqua e suolo. In particolare, la produzione alimentare sprecata occupa quasi il 30% della superficie agricola mondiale. Per produrre frutta, verdura, carne, latte, pane che finiscono nella spazzatura delle nostre case come rifiuto alimentare sono serviti 1,643 milioni di ettari di superficie agricola coltivata, che corrisponde alla Superficie Agricola Utilizzata totale del Piemonte, della Valle d’Aosta, del Friuli-Venezia Giulia e della Liguria insieme. O, per uscire dall’Italia, è come se l’intera area agricola del Belgio e della Slovenia assieme producesse alimenti destinati a non essere mai consumati. Inoltre, la produzione contribuisce in modo significativo alle emissioni di gas serra: lo spreco alimentare rappresenta circa l’8-10% delle emissioni globali di gas serra, un impatto devastante sull’ambiente e sul cambiamento climatico.