Dieta Mediterranea da spingere con campagne di educazione mirate.
Solo il 5% della popolazione italiana adulta segue questo regime alimentare. Donne più virtuose degli uomini.
di Luca Falasconi
Nel 2010 l’Unesco ha riconosciuto la Dieta Mediterranea come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, ciò in quanto tale regime alimentare è ritenuto uno tra i più salutari e sostenibili a livello globale.
La Dieta Mediterranea in effetti nel suo complesso è una vera e propria filosofia in cui si intrecciano tra loro cultura, stili di vita, socialità, pratiche agricole e culinarie. Tale Dieta sottolinea l’importanza della buona tavola alla quale viene riconosciuta la capacità di creare e rafforzare i legami comunitari e rispettare il territorio e la biodiversità.
Oltre a ciò, studiosi di tutto il mondo hanno sottolineato come la Dieta Mediterranea generi numerosi benefici per la salute umana e la sua adozione contribuisce a ridurre il rischio di sviluppare diverse patologie croniche. Infatti molti degli alimenti, che tale dieta esorta a consumare, contengono antiossidanti, polifenoli e altri composti protettivi che possono prevenire l’infiammazione e il danno cellulare, contribuendo a una salute ottimale nel lungo periodo.
Nonostante i benefici dimostrati e i riconoscimenti internazionali, l’adozione della Dieta Mediterranea da parte degli italiani è limitata.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, solo il 5% della popolazione adulta italiana segue rigorosamente questo regime alimentare. Gran parte della popolazione, poco più dell’83% presenta “un’aderenza” limitata, mentre il restante della popolazione segue diete che si discostano significativamente dai principi mediterranei.
L’indagine condotta dall’Osservatorio Waste Watcher International mostra però una situazione estremamente “variegata” in funzione del genere, dell’età ma anche del luogo di origine e residenza.
Le donne tendono a seguire la dieta mediterranea più fedelmente rispetto agli uomini, con consumi più alti di frutta e verdura. Il 24% delle donne consuma 11-15 porzioni settimanali di verdura, contro il 17% degli uomini, e il 21% delle donne consuma 11-15 porzioni di frutta, rispetto al 19% degli uomini. Gli uomini, invece, consumano più carne rossa e bevande alcoliche: il 49% degli uomini consuma 1-5 porzioni settimanali di alcol, rispetto al 42% delle donne.
La lettura dei dati in base all’età ci dice che gli over 65 mostrano una maggiore aderenza ai principi della dieta mediterranea rispetto ai più giovani. Il 25% delle persone over 65 consuma 11-15 porzioni di verdura a settimana, contro l’8% della fascia 18-24 anni. Per la frutta, il 29% degli anziani consuma 11-15 porzioni settimanali, rispetto al 9% tra i 25-34 anni. Anche il consumo di olio extravergine di oliva è più frequente tra le persone di età più avanzata, mentre il consumo di carne rossa è maggiore tra i giovani: il 27% degli under 25 consuma carne rossa settimanalmente, contro solo l’11% degli over 65.
Anche le differenze regionali influenzano i consumi alimentari. Al Nord-Ovest, il 25% della popolazione consuma 11-15 porzioni di verdura settimanali, mentre al Sud solo il 12% raggiunge questo livello. Nelle Isole, invece, il 24% degli abitanti consuma 11-15 porzioni di frutta fresca, più di quanto non accada al Nord-Est e al Centro (18%).
In conclusione, questi dati mettono in evidenza come per riuscire a migliorare l’aderenza alla Dieta Mediterranea in Italia, sia necessario implementare politiche, strategie di promozione e campagne di educazione che tengano in considerazione le differenze di comportamento e di sensibilità appena evidenziate, utilizzando linguaggi e incentivi specifici per le differenti fasce di popolazione.