L’elaborazione del Dipartimento di Scienze e Tecnologe Agroalimentari dell’Università di Bologna sui dati Waste Watcher, nella Giornata Mondiale dell’Ambiente 2024.
Le emissioni CO2 sono fortemente legate allo spreco alimentare: un’equazione confermata dai dati che, in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente, diffonde oggi la campagna Spreco Zero, insieme al DISTAL – Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna. A fronte del peso settimanale medio di cibo sprecato – 566,3 g pro capite secondo il Rapporto “Il caso Italia” diffuso nei mesi scorsi – vale ben 2,51 Kg la CO2 equivalente prodotta. Un calcolo che, per lo spreco annuale pro capite di 30 Kg circa ci porta alla quantità di ben 130,52 Kg di CO2 equivalente, ovvero la stessa emissione che produce un’auto di media cilindrata per percorrere un tratto di strada di 1100 Km: per esempio da Milano a Santa Maria di Leuca. Lo spreco domestico italiano produce quindi ogni anno ben 7,8 milioni di tonnellate CO2 equivalente, ovvero circa il 2% delle emissioni nazionali. Alla luce del (datato) protocollo di Kyoto, che prevedeva la riduzione del 3% delle emissioni nazionali, risulta evidente che diminuendo lo spreco alimentare – o magai azzerandolo – saremmo già a buon punto in questa direzione.