Lo ius cibi e la giustizia alimentare come priorità del nostro tempo.
Un saggio come una bussola: chi sono i vecchi e nuovi “poveri”? Cittadini a basso potere d’acquisto, che spingono carrelli a bassa qualità nutrizionale. Tredici “microstorie” del nostro tempo, per guardare oltre le algide statistiche, per conoscere l’umanità che sta dietro ai dati allarmanti sul costante aumento della povertà in Italia. Per riconoscere a tutti il diritto al cibo salutare e capire quali strategie possono invertire questa tendenza e guidarci verso la giustizia alimentare. L’aumento dei prezzi ha generato nelle famiglie meno abbienti una riduzione del 2,5% nella spesa reale (ISTAT) e le persone più vulnerabili sono spesso costrette a consumare solo alimenti di base o prodotti a buon mercato, spesso malsani. Ad aggravare la situazione non c’è solo la disoccupazione, ma sempre più spesso il cosiddetto “lavoro povero”: lavori precari, a nero e a basso salario, che non garantiscono sicurezza finanziaria, mentre le povertà di genere vedono le donne percepire pensioni inferiori del 27% rispetto agli uomini». Un saggio ricco di dati, per rendere concreta la dimensione umana dietro le crude statistiche: perché la povertà non è una categoria astratta, né la si può ricondurre solo a dei numeri. E perché in questa società potrebbe davvero capitare a tutti, da un momento all’altro, di saltare il fosso della maggiore disponibilità economica, ritrovandosi dall’altra parte, ad amministrare i 97 centesimi al giorno messi a disposizione dalla inadeguata social card, istituita con legge di bilancio 2024.