VENERDÌ 22 MARZO, OGGI È LA GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA!

Oggi, 22 marzo, le Nazioni Unite celebrano la Giornata Mondiale dell’Acqua, per sensibilizzare sull’importanza dell’acqua e sulla crisi idrica globale. Con oltre 663 milioni di persone che non hanno accesso all’acqua potabile e circa 2,4 miliardi che vivono senza servizi igienico-sanitari adeguati, la necessità di azione è urgente. L’obiettivo è raggiungere l’SDG 6 (Sustainable Development Goals – Obiettivi di Sviluppo Sostenibile), garantendo acqua e servizi igienico-sanitari per tutti entro il 2030. La Giornata Mondiale dell’Acqua, dedicata nel 2024 a “Water for peace”, ci offre l’opportunità di concentrarci su come l’acqua possa creare pace o scatenare conflitti, sottolineando l’importanza di un accesso equo e sostenibile a questa risorsa indispensabile.L’acqua può essere un fattore di pace o una causa di conflitto. In molte parti del mondo, la scarsità, l’inquinamento dell’acqua e l’accesso ineguale provocano tensioni tra comunità e nazioni.

In occasione della Giornata mondiale dell’Acqua – oggi, venerdì 22 marzo 2024 – l’Osservatorio internazionale Waste Watcher, partendo dal report italiano 2024 sulla quantità di cibo sprecato (566,3 grammi pro capite a settimana), ha stimato l’impronta idrica dello spreco alimentare domestico: si tratta di 151,469 miliardi di litri d’acqua che vengo sprecati insieme al cibo. Se fossero rappresentate in bottiglie d’acqua da mezzo litro, come nell’app Sprecometro, sarebbero ben 302,938 miliardi di bottiglie e ci permetterebbero di fare oltre 4 volte il giro del mondo, se affiancate l’una all’altra. In termini di stima economica: se equiparassimo l’acqua usata nella produzione di cibo a quella usata in casa, di cui paghiamo le utenze, arriveremmo ad una cifra incredibilmente alta, cioè 395,835 €. Tutta la produzione italiana di acqua in bottiglia si attesta a 14,5 miliardi di litri, ed è quindi quasi 10 volte inferiore all’impronta idrica dello spreco alimentare domestico in Italia. «La crisi climatica – spiega il Direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher Andrea Segrè – impone a ciascuno di noi comportamenti responsabili nella gestione del cibo così come nell’utilizzo dell’acqua nel nostro quotidiano. Il settore primario usufruisce del 60% delle acque dolci utilizzate dall’uomo, che successivamente finiamo per sprecare, l’acqua è dunque un costo indiretto del cibo gettato. L’Italia ogni anno consuma 26 miliardi di metri cubi di acqua. Il 22% dell’acqua prelevata, tuttavia, viene disperso, rendendo il nostro Paese una delle nazioni con il più alto tasso di spreco di acqua, e quindi con una delle più alte impronte idriche d’Europa. I cambiamenti climatici, l’inquinamento dei corpi idrici e la dispersione hanno aggravato il problema di disponibilità di acqua potabile a livello globale. La Sicilia ha già istituito una task force ad hoc e la Sardegna ha imposto limitazioni all’uso dell’acqua in campo agricolo, dal momento che gli invasi sono pieni al 50% dei livelli medi. Le situazioni critiche, però, non si esauriscono a queste due Regioni, ma si espandono per quasi tutto lo stivale, con Basilicata e Puglia che hanno rispettivamente il 40% e il 44% di acqua in meno rispetto allo scorso anno, e situazioni critiche si rilevano anche in Liguria, Piemonte, Emilia Romagna e Toscana, dove i bacini si svuotano con una rapidità eccezionale.

Attraverso l’app Sprecometro, oltre al monitoraggio in grammi dello spreco alimentare individuale e collettivo, possiamo avere la stima della nostra impronta idrica, che varia in base a quale e quanto prodotto viene sprecato. E’ fondamentale sapere che lo spreco alimentare crea impatti diffusi e sprechi idrici sommersi che impattano nel quotidiano sull’ambiente e sulla qualità della nostra vita attuale e futura.

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