REDUCE…dallo spreco

A cura di Marta Camera

L’esperienza di REDUCE è stata portata ad Oleggio, cittadina di circa 13.000 abitanti in provincia di Novara, con il progetto “REDUCE….dallo spreco”.

Il progetto ha coinvolto i ragazzi della scuola secondaria di primo grado Verjus in attività di monitoraggio, di raccolta e analisi dei dati e di calcolo degli indicatori di impatto ambientale, economico e sociale della parte edibile dello spreco delle mense scolastiche.

Per un mese sono stati monitorati gli sprechi delle mense di due scuole primarie, Maraschi e Rodari, per un totale di 3565 pasti, adottando la metodologia proposta nel progetto REDUCE.

I ragazzi delle scuole medie sono stati presenti a turno presso le mense per verificare il rispetto della procedura di separazione e conferimento del rifiuto da parte dei bambini, e per supportarli nella fase di pesatura e registrazione del buttato e del non servito. Dall’analisi dei dati raccolti è emerso che in media il 41% del cibo viene sprecato. Tale spreco è principalmente imputabile al contorno (56% del preparato viene gettato o non servito) e al pane (57%) che spesso viene gettato intatto. La meno sprecata è la frutta (29%) che viene data ai bambini pronta per esser consumata ovvero già tagliata e sbucciata. Al contrario di quanto capita per le altre portate, per la frutta lo spreco è relativo al non servito, mentre ciò che è presente nei bidoni è quasi completamente scarto non edibile (bucce di agrumi, torsoli di mele, etc).

Relativamente agli impatti, estrapolando il dato ottenuto sull’intero anno scolastico e per tutti i pasti preparati dalla ditta di ristorazione sul territorio, si è ottenuto che si sprecano oltre 55.000 razioni di contorno, 50.000 di pane, 37.000 di primo, 35.000 di secondo e infine 27.000 di frutta. Questo spreco costa alle famiglie 314 € all’anno per ogni bambino che si ferma in mensa tutti i giorni e complessivamente circa 220.000 €.

Utilizzando gli impatti ambientali calcolati nell’ambito del progetto REDUCE per varie tipologie di cibi, si ottiene che lo spreco edibile causa ogni anno l’emissione di 50 t di CO2 e richiede 1,5 milioni di litri d’acqua per esser prodotto, trasportato, trasformato e cucinato.

Per cercare di comprendere le cause che portano allo spreco, sono stati intervistati i bambini della scuola primaria e raccolti oltre 400 questionari. Quanto emerge è che anche a casa i bambini hanno poca abitudine a consumare la verdura e spesso vengono proposti loro solo piatti che conoscono e apprezzano. Questo porta i bambini più selettivi e diffidenti nei confronti del cibo a divenire abitudinari, ricercando cibi e sapori noti e rifiutando, a volte a priori, quelli che non sono abituati a consumare.

A marzo, i ragazzi della scuola secondaria saranno impegnati nella comunicazione dei risultati ai bambini delle scuole primarie e il 18 maggio sarà organizzato un evento rivolto a tutta la popolazione in cui i ragazzi saranno ancora una volta protagonisti. Per la divulgazione saranno utilizzate anche forme di comunicazione non verbale sfruttando le competenze artistiche sviluppate dagli studenti della scuola secondaria della sezione ad indirizzo musicale.

Il coinvolgimento diretto dei ragazzi sotto la guida delle professoresse Ardizzoia Barbara e Savoini Antonella, l’approccio multidisciplinare e la “peer education”, hanno permesso di rendere i ragazzi dei consapevoli protagonisti.

Sarà valutata con le istituzioni e il gestore del servizio mensa la possibilità di attuare le raccomandazioni che emergeranno nell’ambito del progetto REDUCE e le proposte di ragazzi e bambini per ridurre lo spreco e i conseguenti impatti. Si prenderà infine in considerazione l’opportunità di riproporre un monitoraggio ed un’analisi dello spreco durante il prossimo anno scolastico per verificare l’efficacia della sensibilizzazione e dell’attuazione delle strategie per la riduzione dello spreco.

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