Lo spreco alimentare si mangia la terra: ogni anno quasi un terzo della superficie agricola mondiale viene consumato per produrre cibo che non sarà mai mangiato. Come supportare la gestione sostenibile del suolo.
Oggi, giovedì 5 dicembre, è la Giornata mondiale del suolo, dedicata quest’anno al tema “Prendersi cura dei suoli: misurare, monitorare, gestire”. L’attenzione si incentra quindi sull’importanza di raccogliere informazioni e dati accurati per supportare la gestione sostenibile del suolo, approfondire la sua evoluzione e contribuire ad una sua maggiore protezione, anche in rapporto alle attività agricole. Per questo risultano particolarmente eclatanti i dati dell’Osservatorio Waste Watcher International, elaborati dall’Università di Bologna/Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari per la campagna Spreco Zero: lo spreco alimentare ha un suo forte impatto sul pianeta anche rispetto al consumo della superficie agricola, che pesa in misura significativa. Sappiamo (dati FAO/Nazioni Unite) che ogni anno quasi un terzo della superficie agricola mondiale viene consumato per produrre cibo che non sarà mai mangiato. Distese infinite di campi coltivati, fiumi che irrigano terreni fertili, macchine agricole in funzione: un impegno di produzione agricola e un utilizzo di risorse del tutto inutile quando il cibo viene buttato senza essere consumato. Gettare un alimento ancora buono significa gettare una parte produttiva del pianeta, quindi terra agricola sprecata, acqua persa ed emissioni CO prodotte e rilasciate inutilmente nell’atmosfera.