L’OSSERVATORIO

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Italiani appassionati di cucina, ma poco virtuosi con lo spreco.

I dati Waste Watcher confermano la dedizione verso la preparazione dei pasti e l’attenzione limitata alla gestione degli avanzi. La necessità di riscoprire l’economia domestica.

di Luca Falasconi

L’ultima indagine svolta dall’Osservatorio Waste Watcher ha messo in evidenza come lo spreco abbia subito un’impennata attestandosi a 693 g pro capite a settimana, con una crescita significativa del 45,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le ragioni sono varie, come visto nei contributi dei magazine precedenti. Dai dati emergeva come le ragioni più significative sono la mancanza di pianificazione della spesa e dei pasti e la mancanza di una corretta gestione del cibo una volta che questo è tra le mura domestiche.

In merito a questi ultimi aspetti dall’indagine emerge, inoltre, come una parte dei rispondenti (44%) dichiari di dedicare un’attenzione moderata verso la preparazione dei pasti, il 10% degli intervistati mostra un’attenzione limitata a causa di scarse idee culinarie e tempo ridotto, mentre il 4% dei rispondenti indica una completa disaffezione verso la cucina.

Quindi anche se mediamente (il 42% dei rispondenti considera la cucina una “passione” alla quale dedicano tempo) emerge come gli italiani abbiano, o meglio dichiarino di avere una buona cultura gastronomica e alimentare, in realtà potrebbero beneficiare di interventi mirati volti a migliorare le proprie motivazioni, e capacità per implementare competenze ed efficienza nella preparazione dei pasti. Ciò sicuramente porterebbe anche ad effetti positivi sullo spreco alimentare.

La “necessità” di tali interventi mirati è ulteriormente rafforzata dal fatto che solo il 29% dei rispondenti dichiara di conservare il cibo avanzato durante la preparazione dei pasti o quello rimasto sul piatto di servizio dopo il pranzo o la cena, per poi rielaborare tali avanzi attraverso ricette creative per i pasti successivi.

Si tratta di una potenziale area di miglioramento nella gestione degli avanzi e quindi di potenziali sprechi. Cosa che potrebbe riflettere una mancanza di competenze culinarie avanzate o una semplice carenza di tempo per sperimentare in cucina. Esistono dunque ancora aree in cui l’adozione di pratiche anti-spreco possono essere migliorate attraverso l’educazione e il miglioramento delle proprie conoscenze.

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