Spreco, strategie e percezione dei consumatori.
I dati Waste Watcher confermano che la pianificazione degli acquisti rimane ancora complessa. E influenza direttamente la quantità di alimenti non utilizzati.
di Luca Falasconi
L’indagine condotta dall’Osservatorio Waste Watcher nel gennaio 2025 ha evidenziato come la gestione del cibo in ambito domestico sia fortemente influenzata da fattori economici, sociali e comportamentali, e come le strategie adottate per ridurre lo spreco varino significativamente in base alla consapevolezza dei consumatori.
Una delle principali evidenze emerse è il legame tra spreco alimentare e pianificazione degli acquisti. Molti italiani dichiarano di organizzare attentamente la propria spesa, cercando di acquistare solo ciò che realmente serve. Tuttavia, nonostante questa consapevolezza crescente, gli imprevisti e una gestione poco efficiente delle scorte domestiche continuano a generare una quantità significativa di spreco. In particolare, la difficoltà nel prevedere i consumi settimanali e la tendenza a lasciarsi influenzare da offerte e promozioni rappresentano due elementi critici che contribuiscono all’acquisto di quantità superiori al necessario.

Un altro aspetto interessante riguarda la conservazione degli alimenti. L’indagine evidenzia che una gestione più attenta della dispensa e del frigorifero può fare la differenza nella riduzione degli sprechi. Le persone che dichiarano di adottare tecniche specifiche per prolungare la durata dei prodotti, come l’uso corretto del congelatore o la scelta di contenitori ermetici, tendono a sprecare meno cibo. Tuttavia, rimangono ancora diffuse abitudini poco efficaci, come la scarsa rotazione degli alimenti conservati o la tendenza a dimenticare cibi acquistati e non consumati in tempo.

Un ulteriore elemento di riflessione riguarda la percezione della scadenza dei prodotti. Molti consumatori mostrano incertezza nel distinguere tra le indicazioni “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”, con il rischio di gettare cibi ancora perfettamente commestibili. Questo aspetto sottolinea la necessità di una maggiore educazione alimentare, affinché i consumatori possano sviluppare una maggiore consapevolezza nella valutazione della qualità degli alimenti e nell’interpretazione delle etichette.
Lo studio mette anche in luce come la gestione degli avanzi rappresenti un punto cruciale nella lotta allo spreco alimentare. Sebbene molti italiani dichiarino di riutilizzare gli avanzi per preparare nuovi pasti, spesso questi vengono comunque gettati via per motivi legati alla perdita di appetibilità o per semplice disattenzione. La promozione di abitudini virtuose, come il recupero creativo degli ingredienti o la condivisione del cibo con amici e familiari, potrebbe rappresentare una soluzione efficace per ridurre ulteriormente lo spreco domestico.
In conclusione, i risultati della ricerca dimostrano che, sebbene la consapevolezza del problema sia in crescita, l’aumento dello spreco rispetto lo scorso anno, mette in evidenza come vi siano ancora molte aree in cui è possibile intervenire per migliorare la gestione domestica degli alimenti. Strategie come una pianificazione più attenta degli acquisti, una migliore conservazione dei cibi e una maggiore attenzione al riutilizzo degli avanzi possono fare la differenza. La sfida principale rimane quella di trasformare queste buone pratiche in abitudini diffuse e durature, contribuendo così a un sistema alimentare più sostenibile e responsabile.